di Sebastiano A. Patanè-Ferro

mercoledì 3 agosto 2011

Una poesia di Pier Maria Galli





Ci sono un locus amoenos (lago) e un oggetto elevato a musa (capelli), in uno spazio in bianco e nero, che escono dall’immagine per invadere ogni vastità. Pier Maria Galli, poeta dalla visuale conica, parte da un punto strettamente circoscritto, per allargare a dismisura curvando le parole  man mano che si allontanano lasciando la sensazione di averle tutte lì sul foglio pur essendo già appena visibili. Ma il pensiero non misura le distanze e la poesia di Galli entra ed esce dalla finestra danzando sui propri luoghi poetici e non percorrendoli, mantenendo intatti gli strati su cui poggiano i suoni, pacati e morbidi, come d’oboe.
In questi “appunti”, Pier Maria Galli concede il respiro ma fa volare la mente dal cuscino alle maree, dalle panchine alle sponde ed infine ai fogli che accolgono i racconti in un circolare poetico che, naturalmente, riporta al punto di partenza. La consapevolezza d’essere poeta, la circostanza che (si) crea attorno a se, la disinvoltura nella costruzione del testo, fanno di Galli un poeta iper empatico, vero, con un senso della poesia che va molto oltre certi schemi, forte nel dettagliare e delicato nel descrivere quei suoi “paesaggi” così intimi e, nello stesso tempo, sintomi di un mondo che si perde, dell’osservazione che manca, dell’uomo che s’allontana da se. Pier Maria Galli e la parola si posseggono e si guidano a vicenda verso quelle scene che mutano attimo 
dopo attimo e riescono a  trasformare una caffettiera in una sensazione poetica o, comunque, d'altra dimensione.
.



[appunti da una camera da letto] (orta, gennaio 2008)

 
 
a)
 
 
scrivere poi
i tuoi capelli sul cuscino
questa mattina, figure intente
a prosciugarsi, ripetutamente,
finiscono per cadervi svelti,
i tuoi capelli, e quasi privi di pensieri,
sopra le sponde mattiniere e dentro
le prime panchine, perché qui
il lago ha le sue maree, e tutte
le facce distratte dei fogli sopra i quali
scriviamo poesie
 
 
b)
 
 
ed i tuoi capelli
svelti e quasi privi di pensieri
questa mattina, come
l’aprirsi di una mano, maree
alle finestre senza appassire
la mattina dei tuoi capelli
sul cuscino spalancato ed
i gesti per prendervi il cuore
 
 
c)
 
 
i tuoi capelli questa mattina
sono un libro che ho scritto
sotto altro nome, coperto da
quelle maree che qui ha il lago,
a velocità uguali e costanti,
come le altre facce di un foglio
che asciugano su un  pontile,
quel punto della voce, il mio
ed il tuo nome, chiamato a scriverci
 
 
d)
 
 
quasi io leggessi
che qui il lago ha le sue maree,
regolate dalle formule che scrivono
i tuoi capelli sul cuscino, disegni che
indovinano la posizione improvvisa
di una macchia sulla parete o nell’
affettuoso l’aprirsi di una mano
dove muoiono i vetri delle nostre finestre





2 commenti:

cristina bove ha detto...

raccoglimento e inchino
cb

Anonimo ha detto...

Pier Maria, sei un grande minimale per usare un ossimoro. Sai bene la stima che nutro per la tua Poesia e per il tuo "less is more" così compiuto e solido. Grazie della condivisione e grazie a Sebastiano per la proposta eccellente.

Federica Galetto