di Sebastiano A. Patanè-Ferro

martedì 1 aprile 2014

Sebastiano Adernò



 Ossa per sete  -  Nuova Editrice Magenta - Varese


Questo è davvero un'opera che da tempo studio con grande interesse.
Ossa per sete è una scrittura che non insinua, raccoglie le pieghe tralasciate e le rimette in vista. Quasi parallelo ai "Cristi" di Garçia Lorca ne “Impresiones y paisajes”, tenta di escludere il "dolore" come base fondamentale della cristianità che, dice Sebastiano Adernò con le sue metafore, e ne sono convinto anch'io, si muove e si conclude attraverso una fede cieca e senza ragionamento. Cristo ci segnalò una presenza che gli antichi avevano descritto in virtù delle loro esigenze, trasferendo, con una parola diversa, in un tempo diverso,  creando un motivo unico da credere. Senza dogmi, se non il ragionamento, Adernò spiega perché la voce cristiana è più umana che divina e lo dice chiaramente mostrando persino l’amarezza con cui questo suo Cristo affronta la fine che lo trasformerà in quell’enèrgheia aristotelica definitivamente: l’eterna presenza effettiva.
Sebastiano Adernò, la parola, non la include solamente, lui la scalda, la batte calda e la tempera finché non prende la forma e l’armonia che vuole ottenere. La sua voce ha abbattuto la sintesi fino a ridurla in parola pura, senza quegli arricchimenti superflui che spiegherebbero l’idea, perché l’idea appartiene all’uomo, la poesia, invece, al mondo.
Ossa per sete, non è voce latente, è attiva e centrale. Raccoglie un pensiero non dogmatico e svela.
L’andamento sinusoidale tocca momenti che arrivano a sforare nell’irriverenza ma anche nella saggia descrizione del territorio mistico percorso e il risultato è un’armoniosa sinfonia di parole dalla potenza indiscutibile e ogni lemma sembra essere collocato nel posto esatto come se non ci fosse altra concessione.
Grande scrittura quella di Adernò poeta, grande poesia.





Ossa per sete.

Il vento alza la voce
raccoglie pietre: chi sei?
Un uomo che spinge la miccia nel cavo
cova un osso
per germinare volo e vece
canto capace
di trasformare il sangue in Croce.

*
Te lo ripeto. Chi sei?
Sono la mano
che scisse Dio e Misericordia
e per quietanza
coprì la seconda
con la sabbia.

*
Oppure?
Un verme che sfonda l’alveare,
e coi suoi anelli, corrompe
milioni di sentinelle.

*
Perché sei qui?
Perché per sempre
nessuno
s’azzardi a dire
che la mia religione si fonda
sulla paura di morire.

*
Sei armato?
Sulla spalla porto un fucile
per offendere il Mago
che scambiò mia madre
per una pista da ballo.

*
Allora ricordi Caino
quando il sangue della mano
che strinse la pietra
pulsava e pestava
come l’estuario in piena.

*
Hai notizia di Pietro?
Che per mascherarsi
si coprì di lacrime. Pentito
fino alla morte
d’aver deglutito
con un solo sorso
il nome dell’amico?

*
E Maria?
Dovrebbe difendersi
pensare al suo ventre
magari all’intero novembre
che dice, aspetta almeno di vedere il verde
delle gemme
scivolarti via dalle gambe.

*
E Maddalena?
Di quali inganni si vestirà
per portarlo alle labbra
accusandolo
di non essere adatto?
Ama questa vertigine.
Uno sputo sul germoglio
e la premura
di riporre le ciglia
tra le stoviglie.



Sebastiano Adernò è nato nel 1978. Si è laureato in Lettere Moderne a Milano con un iter formativo in Storia e Critica delle Arti, e una tesi in Storia e Critica del Cinema; negli ultimi anni si è impegnato nella diffusione del documentario " U stissu sangu" che è stato proiettato a Bruxelles, New York e in un tour per il Messico. Sue poesie sono apparse edite da LietoColle: Il Segreto delle Fragole e Verba Agrestia. È presente sui  numeri (9/07 e 11/07) della rivista Arte-Incontro edita da Bocca, e nell'antologia"Scrittura amorosa" a cura di Fara Editore. Inoltre è pubblicato negli ebook Un fiore di parola e Poesia e monnezza creati dal multiblog Viadellebelledonne. Si è classificato terzo al Concorso Solaris organizzato da Edizioni Montag di Macerata.  È stato premiato con una videopoesia al Premio di Poesia In/Civile organizzato dal Comune di San Giuliano Terme di Pisa. Sue poesie sono apparse  nelle prime cinque antologie legate all'iniziativa Istant-Anthology organizzata da Giulio Perrone Editore di Roma. Vincendo il concorso "Pubblica con noi 2008" ha pubblicato una silloge di trenta poesie dal titolo carminasincronici nell'antologia "Storie e versi". Nel 2010 ha vinto il “Premio Ossi di Seppia” e si è classificato terzo al Premio di poesia “Antonio Fogazzaro” giungendo secondo all'International Poetry Slam di Trieste. Ad aprile è uscita la sua opera prima "Per gli anni a venire" edita da Lietocolle. Continua a scrivere, e di recente ha ottenuto una segnalazione al Premio città di Forlì.
Nel 2010 esce "Ossa per sete" per la Nuova Editrice Magenta di Varese e, nel 2012, per la Thauma edizioni, pubblica "In luogo dei punti".


5 commenti:

@aderno ha detto...

review perfetta

Anonimo ha detto...

una chiusa che mi incanta, raccogliendo tutti i versi precedenti in una sospensione che lascia la voglia di leggere di più, versi che ripercorrono tutte le fedi e i dubbi passati attraverso l'uomo...nei secoli dei secoli, e oggi più che mai attuali e persistenti. Una voce attiva, come ci spiega benissimo il padrone di casa, che non tralascia niente, dal senso alla musica formando un unico impasto che ben lo, ci, rappresenta.

Annamaria Giannini

Sebastiano Adernò ha detto...

Grazie

Unknown ha detto...

Il grande pregio della poesia di Sebastiano Adernò è che la misura, il controllo, intervengono sapientemente all'interno del verso, della poesia, della silloge intera pur nell'uso di una parola che addensa uno scarto linguistico molto ampio: una poesia che si espone sempre alle estremità del rischio analogico, cifra di un poeta che applica alla sua personale "ambizione" stilistica un significato etico e contenutistico sempre alto. È come camminare sul filo del rasoio. Metaforicamente Adernò su quel filo rimane intatto. E dimostra proprio come la sua poesia sa realizzare (senza spiegarcelo) quel miracolo.

Sebastiano Adernò ha detto...

Grazie Nino.

Non so quasi nulla della mia poesia.

So che mi piace, altrimenti non la mostrerei agli altri.

So che mi piace leggere Ossa per sete in 8 minuti e mezzo.

E ho visto gente tremare, dopo avermi ascoltato.

So che ho ancora voglia di scrivere. E che posso aspettare. Perché questo libro ha riscattato soprattutto il mio tempo a venire.