di Sebastiano A. Patanè-Ferro

giovedì 26 aprile 2018

Nunzio Cartalemi



"luci altre"


Un viaggio all’interno di un pensiero, non è certamente come orbitarvi attorno… ne vedremmo la superficie e, se ci va bene, una buona parte di questo, spesso nemmeno tanto definito oltre il filtraggio della acquisizione soggettiva. 
All’interno, quindi, verso il suo nucleo, verso il centro di queste “luci” altre, che Nunzio Cartalemi propone con una misurata enfasi che spazia tra il gioco, anche irriverente, relativamente innocuo, e la ricerca, direi archeologica, di un pensiero che sembra ritrovato tra i ruderi di un’agorà, e riportato in vita attraverso una parola ben definita e scandita con cura.
Si perde il senso del tempo leggendo tra le infinite varietà di “luce”, e si perde pure la concezione di “individuo”, poeta che esprime, cantore di visioni spesso oniriche dove ciascuno diventa uno solo, dove la sensazione di esserci sempre stato diviene palpabile e imprescindibile dagli eventi dove immutabilità e prerogativa sembrano muoversi sullo stesso piano attingendo da dimensioni multiple.
Ecco come vivo queste “luci” altre, luci fuggevoli si, ma sempre realmente presenti anche se non sempre visibili a mente nuda. Credo diventi necessario un “ingrandimento” mnemonico che possa lasciar affiorare quei dettagli che, sfuggendo, non permetterebbero la visione dell’intero, e tutto questo può accadere solo se non ci si ferma sulla prima impressione, quella posizione che riguarda l’apparenza e, spesso, è lontanissima dall’essere. Cartalemi, a questo punto, diventa un albatro curioso,  che dall’alto vuole vedere il mondo cubista che ha dentro e che, dalla sua stanza,  riesce a stento ad immaginare. Eccolo lì, dunque, a volare su quegli appezzamenti di universi intrecciati tra loro, la cui percezione rimarrebbe solo mera intuizione o, al massimo, semi onirica e confusa immaginazione.
Mi affascina decisamente la genialità con cui “lega” sintesi e ipotesi evitando l’analisi e tutto questo, per rimanere all’interno di quel suo pensiero che gli dà l’opportunità di spaziare, anche al di fuori dal tempo, in congetture che in sè contengono le verità dalle quali ogni individuo discende.
Diviene, quindi, oggetto di dibattito tra il filologo, l’archeologo, il filosofo, l’antropologo, tutti personaggi che il poeta cerca di gestire, spesso con scarsi risultati ma, da buon poeta, lascia alla sua voce background di esprimere quella libertà un po’ corsara,  un po’ goliardica, forse un po’ spinta verso una fiabesca interpretazione di certi ruoli, seppur fondamentali, che la vita reclama, ovvero, l’importanza di credere, almeno, in un numero.

In questo spazio propongo alcuni di questi testi di Nunzio Cartalemi.



*
Luce acquamarina
dalla genesi degli arcobaleni ai viaggi delle onde.

- Sono un frammento di infinito.. - diceva il poeta
- Sono finito in un mio frammento.. - diceva l'eterno

lasciarono dietro lune, soli, eclissi ed altri albedo...
due calici e una bottiglia, vuota, di Nero d'Avola
fu tutta l'archeologia di quel momento peculiare...



*
Luce riflessi d'albedo artico
dagli amori fossili sulle pareti d’un atrio ai fiumi

- esfoliare gli eoni e capire che non sparirà mai..
- su, uno sforzo, l’eternità poi non è roba ardua..

fantasticava, il poeta, sull’etimo di coscienza e,
più su, l’eterno scarabocchiava aurore boreali
indizi: un cerchio di pietre, 12 rune e un menhir.


*
Luce notte di colonie australi
ci sono aquile, aquiloni, aquilonieri e poi, il vento.
- come può me stesso dividere me stesso, mi chiedo?
- un filo in difetto! La cruna o l’ago, le dita o il palmo...
Ci rido su. Oggi, senza volerlo, ho varcato unoceano...
e l’Eterno nel mentre si tuffava dentro un’altra perla...
l’arma del delitto: fogli sparsi nei campi del tempo


*
Luce gradienti di rosso onirico
alle radice del verbo e nei frutti dell’albero del melo
- fermare il tempo, riavvolgerlo, e scansare i crucci
- sconosce l’effetto Avalancha, la magia nei cerchi!
Il poeta fantasticava sulla fisica del tempo e sulla metà...
l’Eterno manifestava segni e sogni del tutto incompresi:
al telefono, lo sconosciuto diceva: non ti ricordi di me?


*
Luce dalle stanze suadenti di Hipno e Nix, la madre.
i pittori cercano i colori dentro i sogni dell'eternità
- miro al cielo e d’indice scuoto gli astri: desideri.
- Toh! Vuole cose grandi e ci crede pure, il matto.
dove portare le parole, quali cuori ascolteranno?
...il problema sono coloro convinti di sentirci bene.
a teatro davano Malia di Francesco Paolo Frontini.     
          

*
Luce praterie di viole nel vasto abbraccio crepuscolare
la polvere ha più verità da raccontare che certi editori
- c’è quel totem attorno al quale danzerei per la pioggia...
- I lupi, caro Poeta, sono custodi della più alta libertà...
è un monolite, dove sigillo i miei equinozi e i solstizi...
i cani, invece, guardiani di buffe finzioni metropolitane:
mummie a insediare cuscini freddi. L’amore è nei granai.


*
Luce di occhi sporchi d’asfalto in cerca di beatitudini
da: agenti contaminanti della vita producono anticorpi
- le notti senza i sogni sono come i giorni senza i libri
- Oh, e io che non ho cronia di che dovrei lamentarmi?
Il poeta era desioso di storie fumettate, divinità uniche
mentre l’Eterno mordicchiava natiche di milfe e veline.
Indizi: l’ombra della solitudine e un abito da pagliaccio


*
Luce tra prismi sospesi nell’etere a dar gioia agli scemi.
con una tassa sull'infelicità non ci sarebbero stati poveri.
- cerco uno stato più etico o, forse un altro, più etilico...
- s’è alzato con la particola del sentimento en mode avion
Il poeta frugava sorrisi tra musiche, colori, fogli e parole
mentre l’Eterno sul suo trono guardava annoiato l’isola.
Al mercato zitelle discutevano di infedeltà e clandestini.


*
Luce di differenti toni di verde tra piccoli mandarineti
da: un registro di miracoli si schiude a cielo aperto
- eri mandorlo, hai donato feste di fiori e tutti quei frutti
- oh, questa è buona! E tu, caro poeta, sai che albero sei?
l’onda d’inchiostro è un vento, ricama tra oblio e distacco
e quel sentire pioniere non vuole il disincastro dall’ancora
nelle grotte rinvennero vangeli d’amori altri, senza santità


*
Luce dietro l’angolo di te
da: manuale per poeti in cerca di coraggio espressivo.
- la tua voce è dentro, così ogni poesia è malta e fango.
- dovresti fare del tuo giardino un eden e passeggiarci!
la tessitrice di malinconie filava l’oggi con trame tutte sue
mentre l’eterno spargeva piombo per quietare cataclismi:
le miniere neglette restituirono fontane vive, teatri e scale


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