di Sebastiano A. Patanè-Ferro

domenica 29 settembre 2013

Salvatore Militello - due poesie



  
Quando ho ascoltato Salvatore Militello la prima volta, era a Gela, per l’anniversario della nascita del poeta Salvatore Quasimodo,  non ho seguito quello che diceva bensì, come lo diceva. Ricordo che percepivo un suono colto, trascinante ed anche penetrante e Militello, leggendo un paio di poesie, mi coinvolse in modo particolare.  Quello che mi colpì di più, fu la passione con la quale si poneva, quella passione che fa di una persona qualunque, un poeta che cerca di trasferire i propri sentimenti nell’anima degli altri per ottenere una diversa e migliore interpretazione del mondo e della vita.
Nelle due poesie che qui propongo vediamo come l’espressione umile diventi forza e coraggio di accettare il dualismo che confligge l’uomo eternamente. Ogni medaglia ha sempre due facce ed una, spesso, è quella sulla quale dobbiamo far ricorso per il riscatto dell’altra che ci affonda e  ci abbruttisce. Subentra l’analisi di un “compiuto” che diventa tarlo da eliminare e, da buon poeta e uomo coraggioso, lo affronta senza remore sino a raggiungere l’abbattimento di quello stato con la certezza che “è tempo di luce”.
Ecco lo scopo del poeta Salvatore Militello: l’abbattimento dei sensi di colpa e il continuare camminando in un territorio pulito attraverso la poesia.

Nella poesia “A mia madre”, vediamo l’uomo spoglio di ogni orpello che gli anni hanno costruito e, senza tuttavia ritornare fanciullo, infonde alla madre il giusto coraggio per affrontare il cammino che le si para davanti.
E’ la natura che ci impone questo e Militello lo spiega così come deve essere spiegato, con la semplicità, l’amore e il dolore. La madre è un dono grande, il più grande certamente e, infine solo tra le sue “ginocchia stanche” ogni pensiero trova la vera dimensione e solo lì rimangono i grandi valori dell’uomo.

La poesia di Salvatore Militello è una poesia che va ingoiata e lascia in bocca quel sapore aspro e bellissimo della vita.





IL TARLO

Non sono l’acrobata esperto,  
il mio piede vacilla sul filo
dell’incostanza.

Viaggio nelle tentazioni.
Il respiro preme il mio sterno,
confuse visioni s’aggrovigliano
nella mente.
Il demone dell’inganno
mi tira nella sua palude.
In queste acque
mi infango di tenebre.

La faccia dipinta di vergogna
si riflette nel gioco
degli specchi.

Mi addentro in una grotta bieca,
fuoriesco con la dignità in frantumi.
Dov’è la ragione?
Gaudente, intravedo appena
la fiaccola della logica.

Prima che la burrasca arrivi,
raccogli le mie bugie
e mischiale alle tue verità.

Non voglio più indignarmi
dell’altro mio
volto.

Porgimi la ghigliottina,
devo decapitare
il tarlo che mi tormenta:
è tempo di luce.





MADRE

Il dondolio del tempo
ha chiuso il tuo sorriso
nel silenzioso cerchio della vita.
Ora te ne stai rannicchiata
sulla sedia dei ricordi
a cullare remote immagini.

Lo scialle rosa
è rimasto incompiuto
e i tre gomitoli di lana
sono rotolati nell’oblio.
Alzi la mano tremante
verso la porta
e con voce flebile
pronunci il mio nome.

Verrò a trovarti
con la torcia accesa, madre,
per dare luce e calore
ai tuoi pensieri spenti.
Strofinerò i tuoi occhi
con l’indice caritatevole,
riempirò lo spazio
del tuo sguardo assente,
porrò ancora il capo
sulle tue ginocchia stanche.

Madre, porto il tuo amore nel sangue 
e il tuo dolore nel cuore. 
Ho inciso le tue iniziali 
sul ciondolo d’argento, 
l’ho incatenato al collo, 
oscilla ad ogni tuo lamento.







Salvatore Militello, nato a Niscemi il 17 Ottobre del 1964, da sempre nutre l’amore verso la poesia. Inizia a scrivere versi all’età di tredici anni ma solo dopo un’attenta riflessione, anni dopo, decide di affacciarsi al mondo letterario.
Nell’anno 2008 in occasione della Giornata Internazionale della Pace San Francesco d’Assisi città di Piazza Armerina (EN), riceve il Diploma Accademico per la classe letteratura; conferito “dall’Accademia Araldica Internazionale Giovanni Paolo II ”, Università della Cultura - Roma.
Nel 2009 presso il Teatro Comunale la Fenice Biancavilla (CT) viene Menzionato nell’antologia “Flussi e riflussi del cuore ” fra i poeti che si sono distinti per gli aspetti metafisici dell’esistenza.
Nel 2010,  2° classificato alla  “IV Edizione del premio Internazionale di poesia Magnolia ” di Roma, sempre nello stesso anno presso il Comune di Rimini riceve il diploma di merito per gli Artisti che si sono distinti per “ L’identità e la creatività nell’Arte Italiana contemporanea ”.
Nel giugno del 2010 pubblica il volume di poesie “ Esaltazione dell’essere ”
Nel 2011 Menzione al “III Concorso nazionale di poesia città di Chiaramonte Gulfi” (RG).
Nel 2012 scrive l’Incipit del volume degli inediti del poeta niscemese scomparso “Mario Gori”, si classifica al 2° posto nel “Concorso nazionale di poesia Nòema” di Niscemi (CL); sempre nello stesso anno viene menzionato alla “ XXVI Edizione Concorso Nazionale di Poesia Città di Foligno ”; Menzione alla “XXVI Edizione del Concorso nazionale di poesia L’angolo del poeta” Fiera Emaia di Vittoria” (RG); 3° classificato al “IV Concorso nazionale di poesia città di Chiaramonte Gulfi” (RG); Menzione alla “10 edizione del Premio nazionale di poesia Mario Gori”  di Impruneta (FI); Menzionato al “Premio Letterario Internazionale Poeti e Scrittori Siciliani “Quando il cuore canta” di Caltanissetta; finalista al concorso di poesia bandito dalla casa editrice Parole sezione poeti e poesia - inserito nell’antologia dei poeti contemporanei italiani.
2013 1° classificato al “Premio Nazionale caffè letterario il convivio città di Caltagirone” (CT); 2° Classificato alla “XXVI Edizione del Concorso nazionale di poesia L’angolo del poeta” Fiera Emaia di Vittoria” (RG); Menzione al “Concorso internazionale di poesia La Gorgone d’oro città di Gela” (CL).

2 commenti:

Anonimo ha detto...

una poesia reale, che si tocca con mano e a tratti scotta.

Anonimo ha detto...

Due poesie bellissime