di Sebastiano A. Patanè-Ferro

martedì 2 giugno 2015

Federica Galetto





Dal notevolissimo rapporto che hai con la parola si presuppone un buon rapporto con te stessa, vorrei dunque chiederti quali sono i tuoi riferimenti ed in che maniera valuti il peso di un verso? Emotivo, sensitivo o ambedue le cose nella cava della tua poetica?


Il verso è espressione profonda del mio spirito. Scrivo con i sensi e l’esperienza animica che nel mio percorso di vita si intrecciano alla realtà. Il peso di un verso è direttamente proporzionale al peso della mia vita e alla fatica di trovare strade che mi conducano a denudarmi dei sentimenti umani più comuni come l’amore, la gioia, la rabbia, il dolore, la speranza. Ho un rapporto profondo con la mia interiorità e tendo a scavare dentro me stessa incessantemente. Amo poi concentrare la mia attenzione sulla psicologia umana, con le sue ricchezze e le sue miserie, traendone spunti per confrontarmi. Avviene una catarsi ogni volta che compongo versi e molto spesso scrivo guidata da un meccanismo che definirei ipnotico e di trance, che mi permette di arrivare esattamente là dove voglio andare. Ma scrivo continuamente dentro me stessa e mando a memoria i versi come un mantra perché non vadano perduti.


Perché “scorrono le cose controvento”, in che misura ti ritornano i versi nell’anima e ti preparano al successivo?




Il titolo della raccolta è incentrato sulla fatica di vivere. In ogni poesia che la compone c’è uno stretto legame al desiderio di riuscire a camminare in una bufera restando in piedi. La vita è un cammino misterioso e difficile; la poesia mi permette di percorrerlo consapevole di buche e trabocchetti insormontabili a prima vista. Vado contro vento ogni giorno e la mia poetica non è altro che specchio fedele della mia impossibilità ad arrendermi ai gesti insensati e alle brutture del mondo che abito. Ogni verso che esce dalla mia penna è un rimando al verso successivo nell’instabilità delle cose, nel muoversi dei concetti pensati, nel tentativo di fermare quella corsa a ritroso che invoca un fermo di Bellezza.




Un sentito ringraziamento a Federica Galetto e auguri per la sua opera




                                                                       




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